La Storia del Tamagotchi: Dall’Ascesa al Declino del Pet Virtuale che ha Segnato una Generazione
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Se sei cresciuto negli anni ‘90, probabilmente hai avuto tra le mani un Tamagotchi o hai almeno visto qualcuno disperarsi perché il suo animaletto virtuale era morto dopo ore di cure amorevoli (o di totale dimenticanza). Ma come è nato questo fenomeno? E perché oggi, nonostante alcuni tentativi di ritorno, non è più un must-have?
1996: La Nascita del Tamagotchi
Il Tamagotchi nasce in Giappone nel novembre 1996, da un’idea della designer Aki Maita, che lavorava per Bandai. La storia racconta che l’ispirazione venne osservando persone che avrebbero voluto un animale domestico, ma che per motivi di tempo o spazio non potevano averne uno.
L’idea era semplice ma geniale: un pet virtuale tascabile, che bisognava nutrire, pulire, far giocare e mettere a dormire. Tutto questo racchiuso in un piccolo ovetto elettronico con tre pulsanti, dotato di un display in bianco e nero e una tecnologia elementare, ma sufficiente a creare un attaccamento quasi reale.
Dopo il boom in Giappone, il Tamagotchi arriva negli USA e in Europa nel 1997, diventando in pochi mesi un’ossessione mondiale. La Bandai vende oltre 40 milioni di unità nei primi tre anni, e il fenomeno esplode anche grazie al passaparola scolastico: i bambini lo portano ovunque, lo controllano sotto il banco e si disperano quando il loro piccolo amico muore… perché sì, poteva morire, e lo faceva spesso.
1997-1999: Il Momento di Gloria
Tra il 1997 e il 1999, il Tamagotchi è ovunque. Ci sono pubblicità in TV, gadget, riviste dedicate e persino cartoni animati in Giappone. Bandai rilascia modelli con nuove specie di Tamagotchi, e nascono versioni tarocche prodotte da aziende rivali che cercano di cavalcare l’onda.
Ma il vero problema è che il Tamagotchi, per quanto adorabile, non era un gioco facile:
- Dovevi nutrirlo regolarmente, altrimenti moriva.
- Dovevi pulire la cacca, altrimenti si ammalava.
- Dovevi intrattenerlo, altrimenti si annoiava e diventava depresso.
Era una simulazione di genitorialità a tutti gli effetti. E per molti genitori reali, il Tamagotchi diventò un incubo, tanto che in alcune scuole fu vietato, perché i bambini piangevano disperati quando il loro pet virtuale moriva in classe.
2000-2004: Il Declino
Con l’arrivo dei cellulari e delle console portatili come il Game Boy Advance, il Tamagotchi inizia a perdere appeal. I bambini ora hanno giochi più interattivi e meno frustranti, e il fascino dell’animaletto virtuale inizia a svanire.
Bandai prova a rilanciare il brand con nuove versioni come il Tamagotchi Connection (2004), che permetteva di connettersi con altri Tamagotchi tramite infrarossi, ma il pubblico non è più lo stesso. Le nuove generazioni sono più attratte dai videogiochi con grafiche avanzate e multiplayer online.
Nel giro di pochi anni, il Tamagotchi diventa un ricordo nostalgico, un oggetto che molti ex-bambini conservano in un cassetto, ma che non rappresenta più un fenomeno culturale.
2017-oggi: Il Ritorno Mancato
Bandai tenta più volte di resuscitare il Tamagotchi, con versioni moderne dotate di colori, schermi touch e app per smartphone. Nel 2017, per il 20° anniversario, viene lanciata una mini-edizione nostalgica, che vende bene tra gli adulti nostalgici, ma non riesce a riconquistare il pubblico giovane.
Nel 2021, esce il Tamagotchi Smart, un ibrido tra smartwatch e pet virtuale, con funzioni moderne e comandi vocali. Anche qui, un piccolo hype tra i nostalgici, ma nessun ritorno ai fasti del passato.
Oggi il Tamagotchi è un oggetto di culto per i collezionisti, ma non è più un fenomeno di massa.
Perché il Tamagotchi è Scomparso?
- Era troppo impegnativo – A differenza di un videogioco, non potevi mettere “in pausa” la sua crescita.
- La tecnologia è cambiata – Oggi i bambini hanno accesso a giochi e dispositivi molto più avanzati e interattivi.
- Lo smartphone ha sostituito tutto – Ora ci sono app con pet virtuali, molto più ricche e meno frustranti.
Il Tamagotchi nel Cuore dei Nostalgici
Anche se non è più popolare tra le nuove generazioni, il Tamagotchi rimane un simbolo degli anni '90, un’icona di un’epoca in cui la tecnologia era semplice ma sapeva creare emozioni fortissime.
Se sei cresciuto con il suono del "BIP BIP" del tuo pet affamato, sai bene che chiunque abbia avuto un Tamagotchi ha vissuto almeno una volta il trauma della sua morte.
Cosa ne pensi? Hai mai avuto un Tamagotchi? Raccontaci la tua esperienza nei commenti! 🚀